I resti delle fortezze e delel rovine, così come i manufatti che risalgono al periodo dell'antichità, ci mostrano che l'isola di Čiovo, su cui lato occidentale si trova l'attuale comune di Okrug, era popolata già nell'epoca preistorica.
Durante l'Impero romano era utilizzata come alloggio per gli esuli, e nel V secolo divenne anche il rifugio degli eremiti. Oltre agli eremiti devoti che vissero in prossimità delle chiesette pittoresche che si possono vedere ancor'oggi, durante il lungo periodo medievale l'isola non era popolata.
La situazione cambia nel 1451 quando, a causa delle invasioni turche sempre più frequenti, la Repubblica di Venezia con la città di Traù che era sotto il suo dominio già dal 1420 consentì agli abitantidella terraferma dalmata di stabilirsi sulle isole vicine.
HANNO LO STESSO SANTO PATRONO.
Gli storici collocano la fondazione della città di Okrug all'inizio del secolo XV e la legano alla chiesa di San Teodoro vicino alla quale si trova il vecchio cimitero del paese.
San Teodoro, popolarmente conosciuto come San Tudor (cro. Sv. Tudor), viene ancor'oggi celebrato come il santo patrono del comune di Okrug con i poteri di guarigione che gli si attribuiscono.
Il fatto interessante è che Okrug condivide il suo santo patrono con persino
'la regina dell'Adriatico - Venezia'
, perché San Teodoro fu eletto protettore e patrono prima di San Marco e come il secondo santo protettore della "città dei ponti" viene celebrato ancor'oggi.
Le chiesette pittoresche che possono essere visitate in questi giorni, così come gli chalet dei nobili lasciarono il loro segno nella storia di Okrug.
Lo chalet della famiglia Andreis nella baia di Toć che risale al 1655 è tra i più conosciuti, mentre la baia di Racetinovac prende il nome dello chalet dei fratelli Racettini, costruito nella baia di Pantera.
I due isolotti, quello di Kraljevac e di Sant'Eufemia, sono molto importanti per la città di Okrug.
Sull'isolotto di Kraljevac si probabilmente nascose il re ungherese Bela IV, in fuga dai Tatari nel 1242 e perciò quest'isolotto prese il suo nome, secondo la leggenda.
Mentre l'isolotto di Kraljevac ha salvato la vita di un re, quello di Sant'Eufemia, popolarmente conosciuto come Umija, ha preservato i resti della chiesetta di Sant'Eufemia che risale all'età tardoantica e altomedievale e accanto alla quale vi era il complesso dei fabbricati aziendali dei benedettini di Traù.
Sebbene essa appartiene al villaggio di Žedno, occorre menzionare anche la chiesa di San Mauro (cro. crkva Sv. Mavra), con la baia di Mavarčica - una delle più belle e più importanti baie di Okrug, che prese il nome da essa.
Gli antichi romani la chiamavano BUA, ma per mancanza di prove scientifiche e fisiche, l'origine del nome dell'isola di Čiovo è ancor'oggi oggetto di accesse discussioni e gli esperti si trovano in un grande dilemma.
Però vi sono alcune teorie significative sulla sua origine, tra le quali la più probabile è quella di Petar Skok, un linguista di rilievo, che sostiene che questo toponimo ha l'origine dall'aggettivo possessivo del nome di Vučina che era il principe di Traù e aveva la parrocchia di Drid che si trova sull'isola di Čiovo in possesso.
In effetti, sebbene nei documenti medievali scritti in lingua latina l'isola di Čiovo si faccia riferimento alle denominazioni antiche quali BUA, BOA, BOVA, accettate da parte dei romani, e poi anche da parte degli italiani, il linguista spiega che esse non rimasero preservate dai croati, perché essi non avevano alcuna opportunità di sentirle da qualche parte, siccome l'isola di Čiovo non era popolata fino alle invasioni turche e quando i croati si sono stabiliti sull'isola durante le conquiste ottomane non potevano aver sentito il suo nome antico.
Secondo la tradizione orale, esiste una teoria secondo la quale l'isola prese il nome dalla domanda "Di chi è questo?" che venne spesso ripetuta perché nel XIV secolo l'isola era divisa tra le città di Spalato e Traù e perciò tale frase potrebbe essere stata utilizzata numerose volte mentre stabilivano i confini.
Però, kako bi se uvjerili u pouzdanost ove teorije, jezikoslovci upućuju na potrebu da se ona dodatno istraži i da se prikupi još relevantnih podataka.
Za razliku od zagonetnog porijekla imena Čiova, kod etimologije imena samog Okruga su stvari jasnije. Akademik Šimunović ističe da se da se ime Okruk spominje već 1228. g. (terram de cruco ecclesiae sancti Mauri), te da je ovaj podatak vjerojatno odredio ime mjesta. Odbacuje teoriju J. Roglića iznesenu u Hrvatskoj enciklopediji da je Okruk dobio ime po isturenom rtu na zapadnom dijelu Čiova i navodi da da je u osnovi ovoga imena krug sa značenjem "gomila, kamen, greben".
Zahvaljujući netočnom izgovoru završnog fonema od strane stanovništva, ime je dobilo oblik kakav poznajemo danas. Postoji i zanimljiva teorija u pučkoj etimologiji, koja nastanak imena pripisuje pozdravljanju kapelice Sv. Križa na samom ulazu u mjesto (O, crux!) od strane mještana, no za nju također nedostaje dokaza. Međutim, prilično je transparentno porijeklo imena prelijepe uvale Mavarčica s jugoistočne strane mjesta, koja je nazvana prema prastaroj crkvi Sv. Mavra koja se u njoj nalazi.